Ondacinema

6.0/10

Marco e Antonio Manetti approdano al film sportivo dopo aver frequentato l'horror in "Zora la vampira" (2000), il musicarello-gangster con "Song'e Napule" (2013), il comic movie della trilogia di "Diabolik" (2021, 2022, 2023) e molti altri generi. I Manetti bros. fondano quindi la propria poetica autoriale sul ricco e fecondo peregrinare fra codici differenti, di cui il film calcistico è solo l'ultima (in senso temporale) e provvisoria tappa. Questi generi vengono abitati e re-interpretati dal duo registico con una sensibilità in bilico tra il pulp e il postmoderno, cioè fra l'attitudine ad abitare visceralmente questi codici, riportandoli in vita dando loro nuova linfa vitale, e la capacità di se(le)zionare gli elementi che maggiormente li caratterizzano per comporre un gioco autoriale basato su di essi, come è accaduto, ad esempio, in "Ammore e malavita" (2017), interessante mix fra il gangster movie, la commedia e il musical.

"U.S. Palmese" si ispira al sottogenere hollywoodiano dello sport movie, da cui riprende interamente la dinamica narrativa: il protagonista vive un momento problematico della sua vita e della sua carriera ed è costretto a fronteggiare una situazione fortemente negativa da cui riesce a riemergere risolvendo le difficoltà inziali e maturando a livello sia professionale che, soprattutto, umano. L'happy ending finale è assicurato: il protagonista scopre valori concreti e reali, cresce come persona e impara ad apprezzare ciò che davvero conta nella vita, abbandonando ogni suggestione superficiale. Come molti dei film made in Hollywood, anche "U.S. Palmese" è quindi un film contenutisticamente banale ma realizzato in modo egregio: le svolte narrative sono prevedibili ma la regia è efficace e i personaggi sono ben delineati, nonostante siano caratteri semplicistici e mono-dimensionali.

I fratelli Manetti fondono queste caratteristiche di marca statunitense con elementi propri della tradizione nostrana, in particolare la commedia all'italiana e il filone dedicato al calcio dilettantistico: il primo ambito si manifesta nell'attenzione data al racconto dell'eterna e sterminata provincia italiana, il cui simbolo centrale è la piazza del paese e il caffè o l'aperitivo sorseggiati ai tavoli del bar centrale tra chiacchiere e pettegolezzi (si pensi a capolavori del genere come "Signore & signori" di Pietro Germi del 1966). Molto importanti, in questo sottogenere, sono i personaggi secondari: caratteri spesso grotteschi e macchiettisti, ma in grado di innestare una forte componente umoristica nel film. "U.S. Palmese" abbonda di ottimi attori che incarnano alla perfezione queste caricature: dalla poetessa che vive un personale iperuranio distaccato dalla realtà, al professore che ha sempre pronta una citazione colta per commentare l'attualità, dall'allenatore sanguigno e passionale al boss mafioso ma tifosissimo della squadra del paese.

L'ambito relativo al sotto-filone dedicato al calcio dilettantistico (di cui fanno parte film cult come "L'allenatore nel pallone" del 1984 diretto da Segio Martino) è incentrato sul racconto dello sport più amato in Italia, tuttavia non effettuato dall'alto della serie A ma dalle categorie minori, dando luogo ad una prospettiva "dal basso" che si interseca con la commedia all'italiana e ne riprende le caratteristiche sopradette, essendo film basati sulla realtà paesana e su personaggi macchiettistici. I fratelli Manetti raccontano il mondo del calcio insistendo sulla sua rappresentazione, resa tramite l'inserimento di stralci di finte trasmissioni televisive ad argomento sportivo e interpretate dai veri protagonisti di queste ultime (ad esempio, compare Fabio Capello), ed estendendo la regia di questi programmi TV al proprio lungometraggio. Come queste ultime si aprono tramite panoramiche dall'alto effettuate con il dolby per poi mostrare il presentatore e gli ospiti, così "U.S. Palmese" fa ampio ricorso a inquadrature aeree effettuate con droni che volteggiano fra gli edifici cittadini, oltre a riprese a volo d'uccello raffiguranti il paesaggio urbano sottostante, dalla planimetria di Palmi al centro di Milano e Parigi. Per raffigurare le sfide calcistiche, i due registi adottano la tipica sintassi televisiva delle partite, in cui le riprese dei singoli giocatori sono intervallate da inquadrature dall'alto che visualizzano il campo da gioco, e le mischiano con sequenze di natura più favolistica, a tratti scimmiottante il cartone animato "Holly e Benji". Così le partite della squadra di Palmi sono raccontate tramite scene di calcio giocato frapposte a momenti in cui il tempo dell'azione sembra bloccarsi: vediamo i giocatori pensare o apprestarsi a svolgere una singola azione (come calciare di fronte alla porta o tuffarsi per parare), mentre la partita sembra interrompersi e il tempo rallenta fino a coincidere con l'interiorità dei singoli giocatori.

"U.S. Palmese" è quindi un prodotto medio: un copione scontato e una trama fin troppo prevedibile sono tradotti sullo schermo da mani registiche che sanno il fatto loro, capaci di arricchire una struttura banale con una buona regia ed elementi tipici della commedia in grado di divertire lo spettatore. Il vero problema è la durata: due ore sono davvero troppe perché la povertà contenutistica, seppur colmata dagli elementi sopradetti, finisce per farsi sentire proprio per via dell'eccessiva dilatazione temporale.


23/03/2025

Cast e credits

cast:
Rocco Papaleo, Blaise Afonso, Giulia Maenza, Claudia Gerini, Massimo De Lorenzo


regia:
Antonio Manetti, Marco Manetti


distribuzione:
01 Distribution


durata:
120'


produzione:
Mompracem, Rai Cinema


sceneggiatura:
Manetti Bros., Michelangelo La Neve


fotografia:
Angelo Sorrentino


scenografie:
Noemi Marchica


montaggio:
Federico Maria Maneschi


costumi:
Ginevra De Carolis


musiche:
Aldo De Scalzi, Pivio


Trama

Etienne Morville è un calciatore francese dotato di enorme talento ma profondamente immaturo, motivo per cui sarà costretto a giocare in una piccola squadra di dilettanti calabrese: la U.S. Palmese.