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E anche la tv gridò: "Forza Sorrentino!"
Nella settimana che anticipa e segue la notte degli Oscar, il palinsesto italiano si scopre incredibilmente tifoso e cavalca l’onda lunga del successo internazionale del nostro Paolo Sorrentino. Ben quattro film in due serate sono a lui dedicati da un paio di network, segno che il film con cui andiamo a sfidare il gotha del cinema mondiale ha davvero fatto breccia nell’opinione pubblica nostrana. Ma in realtà, si preannunciano giorni davvero ricchi per gli amanti del cinema in tv.

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Domenica 2 marzo

Le conseguenze dell'amore di Paolo Sorrentino (21.05, Iris). Fu grazie a questo titolo che il regista napoletano si fece conoscere all'estero, con una giuria di Cannes che, pur lasciandolo senza premi, si innamorò dello stile inconfondibile, geometrico eppure avvolgente di questo giovane cineasta italiano. Rivediamolo in prima serata alla vigilia della notte da Oscar.

The Hurt Locker di Kathryn Bigelow (22.30, Rsi La1). Prima donna a conquistare la statuetta come miglior regista, l'autrice di questo solido war movie lascia da parte ogni ipotesi di "presa di posizione" e si concentra su due elementi: l'esaltazione dell'azione adrenalinica e il punto di vista soggettivo, ovvero la guerra con gli occhi del soldato, senza pensieri "alti", solo una serie di "scelte" concrete.

L'amico di famiglia di Paolo Sorrentino (23.05, Iris). Il più sfortunato dei film di Sorrentino, da un punto di vista commerciale, è un coraggioso e imperfetto ritratto di un'Italia di provincia, gretta e volgare, assetata di denaro e appesantita dalle miserie quotidiane. Giganteggia Giacomo Rizzo, ma tutto il cast è particolarmente brillante.

Transsiberian di Brad Anderson (23.05, Rai Movie). Thriller claustrofobico ambientato sulla ferrovia che collega Mosca a Vladivostok, tutto giocato sulla trasformazione dei paesaggi e delle ambientazioni affascinanti in luoghi potenzialmente pericolosi e minacciosi. Nulla di nuovo sotto il sole, ma Anderson è bravo a calibrare la tensione e il ritmo per creare un crescendo di pathos.


Lunedì 3 marzo

Apollo 13 di Ron Howard (21.05, Iris). Il sogno di andare sulla luna filtrato con gli occhi di un inguaribile sognatore come l'ex Richie Cunningham. È un kolossal vintage, con una ricostruzione dell'epoca minuziosa e con una reale partecipazione emotiva. Certo, la melassa hollywoodiana si spreca, soprattutto nella prima parte, ma quando Howard fa decollare i suoi eroi e li costringe in uno spazio ristretto nella lotta per sopravvivere il film riserva dei momenti di vero cinema.

The Burning Plain - Il confine della solitudine di Guillermo Arriaga (21.10, La5). Il trucco è ormai risaputo, lo abbiamo imparato dai film di Alejandro Inarritu. Ma il suo sceneggiatore di fiducia, al suo debutto dietro la macchina da presa, insiste ancora sui casi del mondo, sulle storie solo apparentemente sconnesse, sulla teoria secondo cui se la realtà caotica, l'unica soluzione è cercare di darle una forma circolare. Pellicola a tratti pesante, ridondante, superflua, ma merita di essere segnalata per alcuni spunti narrativi efficaci ed emozionanti.

Passaggio a Nord Ovest di King Vidor (21.10, Rai Movie). È una pellicola minore del maestro, molto criticata ideologicamente per un discutibile ritratto che viene fatto della civiltà indiana, selvaggia e indisponibile a ogni forma di pacificazione. Il film va preso per quello che è: appassionante affresco di un'America avventurosa, avvincente storia di rapporti virili e obiettivi da raggiungere.

Il caso Mattei di Francesco Rosi (22.20, Rai Storia). Grande interpretazione di Gian Maria Volonté nei panni dell'imprenditore di Stato. L'affresco di Rosi è coerente con la sua rigorosa idea di cinema d'impegno civile: asettico nella messa in scena, ma dirompente nella recitazione e ambizioso nella ricostruzione storica. Con il coraggio di avanzare delle ipotesi sulla tragica morte.

Pantaleon e le visitatrici di Francisco J. Lombardi (23.10, Laeffe). Adattare per lo schermo un romanzo di Mario Vargas Llosa è impresa pressoché impossibile: la sofisticatezza della sua satira e la leggiadria della sua penna irriverente e virtuosa sono doti difficilmente imitabili. Il peruviano Lombardi sceglie allora la strada più comoda: riduce all'osso il senso del romanzo comico e mette in scena una sorta di "commedia sexy" elegante e giocata tutta sul sottile confine tra il sensuale e il pecoreccio.

Kill Bill - Vol. 1 di Quentin Tarantino (23.15, Rai Movie). I due capitoli del poderoso compendio enciclopedico del genio statunitense ormai vivono in televisione di vita propria e autonoma. E così eccoci a gustarci per l'ennesima volta solo la prima parte: corta, schizofrenica, grondante sangue, di cartapesta come quegli anime che Tarantino omaggia a tal punto da infilarne uno nella storia. Ogni altro commento è ormai superfluo.

Frost/Nixon - Il duello di Ron Howard (23.30, Iris). Se avete invece voglia di una visione meno palpitante, ma non per questo non meritevole, allora buttate un occhio su questo lavoro di Howard: scritto come se fosse un'opera teatrale, diretto con grande spavalderia a tal punto da sembrare girato da qualche regista ben più quotato. E grande prova di Frank Langella.


Martedì 4 marzo

La grande bellezza di Paolo Sorrentino (21.10, Canale 5). Rompendo ogni consuetudine cui eravamo abituati, Mediaset/Medusa affrontano a muso duro l'industria del cinema e tentano di capitalizzare al massimo la spinta pubblicitaria degli Oscar per il film italiano in corsa. E così, a meno di un anno dalla sua uscita al cinema, l'omaggio a Roma di Sorrentino arriva clamorosamente già in tv. Con buona pace di chi sostiene che il cinema andrebbe salvaguardato, prima di tutto.

Lo straniero senza nome di Clint Eastwood (21.10, Iris). È il primo western diretto da Eastwood, un po' acerbo, un po' scolastico. Ma fra le righe della sceneggiatura e nello stile della messa in scena ci sono, in nuce, tutti gli elementi del cineasta che matureranno in futuro: classicismo, essenzialità, ironia nei dialoghi.

Radio Killer di John Dahl (21.10, Rai 4). Senza neanche nascondere troppo la vocazione citazionista, è un thriller che fa chiaramente il verso allo Spielberg di "Duel" e che punta tutto sull'importanza della tensione. È un film adrenalinico che fa della velocità e della strada due pilastri indistinguibili. Senza grosse pretese, ma adatto a una visione avvincente.

Hulk di Ang Lee (23.00, Italia 1). L'adattamento dell'eroe verde che fa il regista di Taiwan è altamente contraddittorio: al limite dello sperimentale sul piano visivo, freddo e fin troppo distaccato nel creare empatia con il protagonista. Effetti speciali da ultima generazione.

Sfida all'O.K. Corral di John Sturges (23.20, Iris). Western classico e celebre, fondato sul binomio di divi che lo interpretano, Kirk Douglas e Burt Lancaster. Sturges riprende il canovaccio legato al leggendario Wyatt Earp e imbastisce un solido racconto di amicizia ambientato nella frontiera.

Prima di mezzanotte di Martin Brest (23.35, Rete 4). È una delle commedie anni 80 più fortunate, soprattutto stando al riscontro del pubblico italiano. Non c'è da stupirsi se i canali tv lo programmino così frequentemente. Sappiamo già tutto, ma è sempre una visione piacevole: l'ex poliziotto Robert De Niro e il ragioniere-criminale Charles Grodin in fuga dai gangster solidarizzano e diventano amici.

This Must Be the Place di Paolo Sorrentino (23.50, Canale 5). Dato che è una settimana particolare, segnaliamo anche qualcosa che non ci ha convinto appieno. Parliamo della trasferta americana di Sorrentino, dopo "Il divo" e prima de "La grande bellezza", il regista italiano è volato a Hollywood convinto dall'entusiasta Sean Penn per raccontare di questo bislacco e autoreferenziale road movie in cerca d'identità. Un esperimento solo parzialmente riuscito perché lo stile e il virtuosismo del nostro autore girano a vuoto e mettono in scena una storia vacua e fin troppo criptica.


Mercoledì 5 marzo

American Gigolò di Paul Schrader (21.10, Rai 4). Spietato osservatore dei costumi e dei mali della società americana, lo sceneggiatore di "Taxi Driver" estrae dal cilindro un noir sotto la luce del sole, fatto di scenografie minuziose e dialoghi "problematici". Il suo apparente thriller "sexy" è in realtà un drammatico e malinconico bilancio di una classe sociale agiata che, alla fine degli anni 70, faceva i conti con il misero fallimento della propria integrità morale.

Cyrus di Mark Duplass (23.00, Mtv). È puro cinema indie quello che permette a uno dei più utilizzati caratteristi di Hollywood, John C. Reilly, di diventare protagonista assoluto di una commedia. Affiancato da un cast brillante che annovera nomi come Jonah Hill e Marisa Tomei, siamo dalle parti del bozzetto, della satira leggera. Ma è piacevole trascorrere il tempo in compagnia di un gruppo di interpreti così affiatati.

Contenders - Serie 7 di Daniel Minahan (23.15, Cielo). È ancora cinema off quello che vi proponiamo: il documentarista che dirige questo insolito thriller a metà fra la distopia e il paradosso della realtà usa la macchina da presa a mano proprio come è solito fare nei suoi reportage. Il film racconta di un reality show televisivo estremo, fatto di concorrenti che devono eliminarsi fisicamente per vincere il premio finale.

Angel - La vita, il romanzo di Francois Ozon (23.40, Rsi La1). Il cinema di questo regista francese è sempre molto netto, nella sua schiettezza. O respinge o si fa amare incondizionatamente. Anche stavolta, va in scena un'opera cinematografica che si ispira quasi spudoratamente alla letteratura e che fa di ogni immagine un quadro vivente, incurante del fin troppo esibito livello di cerebralità che si respira.


Giovedì 6 marzo

Set It Off - Farsi notare di F. Gary Gray (21.10, Italia7 Gold). Un po' Spike Lee, un po' Roger Avary, è un thriller metropolitano in salsa black, con quattro scatenate donne bandito che fanno della criminalità un fiero stendardo per ribadire il loro orgoglio razziale. Colonna sonora debordante e scene action da blockbuster di lusso.

È nata una star di Lucio Pellegrini (21.10, Canale 5). Quando è uscito ha fatto il boom di incassi, questa commedia fra le più fortunate della new wave nostrana. A farla da mattatori sono Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo alle prese con un figlio con "dote particolare", destinato a un mestiere che proprio i genitori non avevano considerato. Tentando, faticosamente, di scansare il luogo comune e la battuta da avanspettacolo, il film cerca una strada agrodolce per riflettere sul rapporto genitori-figli.

Lonely Hearts di Todd Robinson (21.15, Rai Movie). Insolito noir in costume che omaggia un po' la Hollywood degli anni 40, un po' la narrazione in stile James Ellroy. John Travolta nei panni del protagonista tenta di fare il verso al suo Vincent Vega. Il risultato è un curioso, ma imperfetto, pasticcio per cinefili.


Venerdì 7 marzo

Nel paese delle creature selvagge di Spike Jonze (21.00, Rsi La2). Il più incompreso, stralunato e spericolato progetto cinematografico del genio di "Essere John Malkovich". Cercando di adattare alla lettera il concetto di "fiaba per bimbi", Jonze scrive lo script come se al suo posto ci fosse un piccolo di dieci anni e mette successivamente in scena, come un dolente romanzo di formazione, incubi e sogni di ogni futuro adolescente. Una gemma preziosa, ben più calda e poetica di quanto lo stile pazzoide possa far intuire a una distratta osservazione.

Brazil di Terry Gilliam (21.10, Rai 4). Ogni ulteriore commento sarebbe superfluo. Il recensore rimanda a quanto già scritto.

Dal profondo di Valentina Pedicini (21.20, Rai 5). Consueto appuntamento del venerdì sera con il documentario italiano di questo impareggiabile canale del servizio pubblico. È la storia dell'ultima minatrice italiana, del suo lavoro nell'oscurità tra 150 uomini e del suo mondo letteralmente capovolto.

Arma letale 3 di Richard Donner (22.45, Iris). Terzo appuntamento con la coppia Gibson-Glover, con l'arrivo nella compagnia dell'incognita Rene Russo. La ricetta la conoscete a memoria, il poliziesco incontra la commedia e ci regala una delle saghe popcorn migliori di sempre.

I segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee (23.05, La7d). Oscar per la miglior regia e Leone d'oro a Venezia per il melodramma del regista di Taiwan. Bollato superficialmente come "western gay", è invece un sofferto racconto di sentimenti frustrati, aspettative tradite e vite di provincia condannate all'oblio. L'interpretazione di Heath Ledger è straordinaria.

Brutti, sporchi e cattivi di Ettore Scola (23.20, Rsi La2). Spesso ignorato o sottovalutato, è questo uno dei massimi capolavori del maestro della commedia all'italiana. Il dramma sociale e la satira feroce trovano una felicissima fusione nel volto deformato, nell'accento irriconoscibile e nel lavoro da attore formidabile di Nino Manfredi. Da riscoprire, amare e rivedere.

La fortezza di Michael Mann (23.35, Rai 4). Il Michael Mann che non ti aspetti, quello degli esordi. Con budget ridottissimi e messe in scena che facevano neanche tanto velatamente il verso al cinema di genere della Hollywood anni 70, è un film a metà tra il satirico, il fantasy, l'horror. Con poche trovate da talento già maturo, Mann si diverte nel gioco più antico: l'eliminazione dei personaggi da parte dell'entità mostruosa. Un piccolo cult buono per capire da dove arriva uno dei più potenti cineasti contemporanei.


Sabato 8 marzo

Vogliamo anche le rose di Alina Marazzi (21.05, Rai Storia). Il documentario "femminista" della Marazzi è gioia di fare cinema, talento nel fondere culture e generi differenti, è una lezione di storia mai didascalica. Un'opera fuori dal tempo e dalle definizioni canoniche.

Nella valle di Elah di Paul Haggis (21.15, Rai Movie). Molto più convenzionale è l'opera seconda del regista di "Crash" che, quando si siede dietro la macchina da presa, enfatizza forse eccessivamente la tendenza ad essere fin troppo didattico, difetto che nasconde molto bene, invece, in qualità di sceneggiatore. Segnaliamo comunque la visione per la sincera adesione al personaggio di un lacerato Tommy Lee Jones.

Il padrino di Francis Ford Coppola (21.30, Rete 4). Rivedere il capolavoro di Coppola in tv fa sempre bene anche se per onor di cronaca va avvertito lo spettatore che: a. una visione su un canale generalista delle tv private può portare in dote un carico estenuante di interruzioni pubblicitarie; b. il film è stato incomprensibilmente ridoppiato e Michael non ha più la voce di Ferruccio Amendola.

Tigerland di Joel Schumacher (22.40, Rai 4). Il cineasta di origini tedesche ne ha di cadute di stile da farsi perdonare. Ma gli concediamo l'onore delle armi per poche pellicole invece valide. Il suo atipico e personale war movie è una di queste: un film sul Vietnam, che ragiona su quell'evento bellico così dilaniante per la società americana, ambientato in Louisiana, in un campo di addestramento.

La pazza della porta accanto - Conversazione con Alda Merini di Antonietta De Lillo (23.40, Rai Storia). Un documentario umanista, che lascia sullo sfondo la produzione letteraria della poetessa e si concentra sulle sue contraddizioni, suoi vizi e le virtù di una lunga vita. Un lavoro sincero e non compassionevole.