Ondacinema

recensione di Alberto Mazzoni
4.5/10

Un incidente cosmico ha fatto sparire ogni traccia dei Beatles (e non solo…) dalla faccia della terra. Solo Jack se li ricorda. Mettersi a suonare le loro canzoni e spacciarle per sue potrebbe essere la svolta della sua carriera di musicista, ma siamo sicuri che sia moralmente corretto?

La sceneggiatura di questo film è priva di senso. Ma attenzione, quello che è privo di senso nel film non è la premessa iniziale, che fa parte del patto con lo spettatore e quindi viene accettata a priori con tutte le sue folli conseguenze nel momento in cui lo si sceglie tra i mille film che si possono vedere. Quello che è privo di senso è la rappresentazione delle dinamiche umane. I comportamenti dei personaggi non hanno niente a che fare con la realtà, ma neanche seguono le comunque piacevoli e consolidate prassi della commedia. Sono solo privi di senso. Davvero un ragazzo e una ragazza etero passano dieci anni a vivere fianco a fianco e non hanno altre storie e non hanno mai provato ad avere una relazione? Sono asessuati? Davvero quando hai l’occasione di lavoro della tua vita che va al di là dei tuoi sogni, ti affidi come collaboratore a un amico così tossico che non ha il senso del tempo e l’unica azione che fa in scena è essere licenziato? Davvero un produttore discografico ha come unico argomento di conversazione con il cantante che ha scoperto la quantità di soldi che farà grazie a lui? Le commedie si basano tutte su rapporti umani avvincenti. Se i rapporti tra i personaggi del film sono non consequenziali cosa mai ce ne può importare di quello che loro accade? Una cosa delle molte cose divertenti in “Quattro matrimoni e un funerale” (forse l’opera migliore di Richard Curtis, che ha sceneggiato anche “Yesterday”) era il finale con la sequenza di foto in cui vedevamo che tutti i personaggi avevano trovato una quadra nella loro vita, in un modo o nell’altro. Qui per ottenere una scialba copia dello stesso risultato Curtis deve aggiungere un personaggio femminile con due battute e due inquadrature di modo che si accoppi nel finale con un personaggio che rischiava di rimanere single. Ma perché? La tristezza di un vecchio artista che imita sé stesso cercando di riciclare i trucchi che un tempo avevano funzionato.

Lo stesso purtroppo si può dire di Danny Boyle. C’è questa scena in "Trainspotting 2" (il film precedente del regista) in cui Spud dice che sa fare le firme false e appaiono delle firme in aria scritte con la luce. L’effetto speciale è inutile, peggio, distrae come un controsenso da un personaggio raccontato come misero, tra l’idiot savant e i protagonisti di Ken Loach, ed è chiaramente messo lì perché Danny Boyle vuole dimostrare di essere ancora estroso come in gioventù, ma insieme a tutti gli altri trucchetti inutili sparsi nel film dimostra solo che non lo è.  In "Yesterday" ci sono delle grosse scritte in sovraimpressione in stampatello che si muovono di qua e di là. Continuamente. Sono il sostanziale contributo stilistico di Danny a una storia altrimenti girata così piattamente che si movimenta solo quando le schermate smartphone conquistano lo schermo come si vede continuamente da un decennio. Che gli dobbiamo dire?

Ma quello che sprofonda il film agli inferi non è questo e non è neanche la presenza troppo insistita di Ed Sheeran. No, è lo squallore della lezione morale finale anti-successo. Una lezione che vediamo arrivare fin dalla prima scena, fin dal trailer del film, ma che prende corpo in un modo veramente fastidioso. [SPOILER NELLA NOTA A PIE’ PAGINA] [1]

Danny non è nuovo ad alti e bassi, e non è nuovo al conformismo. "Una vita al massimo" era così brutto da rischiare di stroncare sul nascere una brillante carriera. "The Millionaire" sembrava creato con un algoritmo per vincere un Oscar col minimo sforzo. L’idea che un film idiota come "127 ore" fosse stato candidato a miglior regia testimonia solo dell’inutilità del premio. Però. Però Boyle non è solo quello che da ragazzo ha girato "Trainspotting". "28 giorni dopo" è un gran film. "Steve Jobs" non era niente male. Speriamo si risollevi anche dopo "Yesterday".


[1] Davvero John Lennon sarebbe stato più felice ad avere una vita anonima e salubre senza arte senza fama senza impegno sociale? Ma come si fa a dire una simile barbarie?


28/09/2019

Cast e credits

cast:
Lily James, Himesh Patel


regia:
Danny Boyle


distribuzione:
Universal Pictures


durata:
116'


produzione:
Working TItle


sceneggiatura:
Richard Curtis


fotografia:
Christopher Ross


montaggio:
Jon Harris


musiche:
The Beatles


Trama
Jack è l'unico al mondo a ricordarsi delle canzone dei Beatles. Decide di spacciarle per sue e diventare il più grande cantante di sempre.