Ondacinema

recensione di Ossydiana Speri
8.0/10

Motivata o meno che sia, l'indignazione può giocare brutti scherzi, innanzitutto sul piano della lucidità di analisi. La senz'altro giustificata foga anti-trumpiana che ha animato la sinistra statunitense ha prodotto proposte per lo più retoriche e semplicistiche, e il cinema di Frederick Wiseman è in parte precipitato nella trappola: impantanato in un pur lodevole impegno civile, il massimo documentarista vivente ha via via perso mordente in opere verbose, ingenue e, dispiace ammetterlo, senili. Mai scadenti, beninteso, ma prive di quella glaciale incisività con cui ha marchiato la storia del genere, preoccupato com'è di arginare i barbari ai confini dell'oasi liberal.

E se "Ex Libris - New York Public Library" si lascia ancora apprezzare per la ricchezza di spunti che contiene, non si può dire lo stesso dei complementari "Monrovia, Indiana" e "City Hall": il primo, con spocchia squisitamente New England, mette alla berlina certa America bifolca indugiando nel grottesco; il secondo compila l'agiografia di un personaggio somigliante a un simpatico presenzialista più che un paladino progressista, trasformando un regista allergico ai compromessi in un improbabile intellettuale organico. Meglio allora la concisa levità di "A Couple", rara incursione finzionale, e soprattutto l’estasi sensoriale di "Menus Plaisirs - Les Troisgros", le quattro ore più convincenti del noventatrenne maestro bostoniano da molti anni a questa parte.

Quattro ore che, letteralmente, volano: complice un montaggio mai così ritmico, i titoli di coda sopraggiungono del tutto inattesi. A scorrere, come ci venissero serviti sotto agli occhi, sono i piatti ultra-gourmet elaborati dai Troisgros, tenace dinastia di chef pluristellati arroccati nella campagna francese. Per chi sa scavalcare le apparenze, è anche questo un film politico: in un quadro di gastromania imperversante, parlare di cibo equivale a parlare del presente. Senza forzare la mano ma con la barra ben dritta, Wiseman decostruisce non solo l'ossessione culinaria che ha snaturato abitudini domestiche e geografie urbane, ma anche la sua bulimica sovra-rappresentazione mediata dai social, qui ridotta a un impasto di nature morte in salsa pop.

Di più: a essere presa di mira è la retorica performativo-competitiva dei format à la Masterchef, a cui contrattaccare con un approccio artigianale sui fornelli e disintossicato nelle relazioni umane. L'anomala cucina-panopticon segnala che ci troviamo di fronte all'ennesima istituzione, ma ansia o stress sembrano banditi in questo reame in cui tutti chiedono per favore e i superiori anziché sgridarti ti rimandano ai manuali ("In questo libro troverai le risposte alle tue domande", sentenzia con fare misticheggiante il capo-guru al dipendente colto in fallo).

Come spesso nei suoi documentari, la situazione rappresentata assurge a modello ideale cui tendere, sostituendo l'utopia immaginifica alla sterile denuncia. Professionisti solitari e solerti, con tanto di pennello da miniaturisti medievali, i cuochi sono eroi wisemaniani in tutto e per tutto, protagonisti di un dietro le quinte più importante della ribalta. A dispetto dell'allure elitaria spesso esibita nei templi della cucina "alta", quello dei Troisgros è un mondo in cui regna un'irreale informalità, ben comunicata dagli arredi elegantemente minimali. Dai camerieri ai fornitori, tutti paiono grandi narratori o filosofi, incantando con le loro dotte dissertazioni clienti tanto facoltosi quanto rilassati e disinvolti. E una deliziosa ironia scorre come champagne quando c'è da motteggiare le idiosincrasie dei più esigenti, trattati comunque con rispetto, rifuggendo la tentazione di inscenare un goffo risentimento di classe. La mai celata ammirazione per la cultura francese traspare da ogni inquadratura, anche quando c'è da cicchettarne alcune rigidità.

Fedele come un cane da guardia al suo granitico modus operandi, Wiseman riesce a concedersi qualche imprevedibile licenza, lasciando ai soggetti più margine recitativo del solito e addirittura imbastendo una manciata di trucchi da cinema "finto", solitamente inammissibili nel suo codice artistico (l'ellissi per la stagionatura dei formaggi, per tacere del carrello con cui vengono serviti, seguito in tempo reale da un… carrello).
Fine, tenero e spigliato, "Menus-Plaisirs - Les Troisgros" è un ghiotto spettacolo per occhi e palato, l'affettuoso omaggio di un americano stregato dagli aromi europei e una meritata vacanza da un paese che non lo ha mai meritato.


30/11/2023

Cast e credits

regia:
Frederick Wiseman


durata:
240'


produzione:
3 Star, Zipporah Films


fotografia:
James Bishop


montaggio:
Frederick Wiseman


Trama
Un viaggio dietro le quinte dell'impero Troisgros, tanace dinastia di chef pluristellati arroccati nella campagna francese.
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