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Sette giorni di torbide ossessioni
Titoli caldi e controversi per un luglio non proprio rovente. Da De Palma a Soderbergh, passando per Hitchcock, Almodovar, Winterbottom e Wes Craven, non mancano insolite vie di fuga dalla noia catodica, insieme al prezioso contributo di qualche immancabile classico.

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Lunedì 15 luglio
Ad aprire le danze è l'elegante dramma Il dubbio (21.05, Rai3) del drammaturgo e sceneggiatore newyorkese John Patrick Shanley che traduce in pellicola l'omonima opera teatrale con cui vinse il Pulitzer nel 2005. Solido e appassionante, il film, che racconta di un prete cattolico sospettato di abusi sessuali sui giovani studenti della scuola parrocchiale in cui insegna, si avvale delle magnifiche interpretazioni di Philip Seymour Hoffman e Meryl Streep, in gara di bravura. In alternativa, a qualche canale di distanza, ci aspetta Il treno (21.10, La7), spettacolare e ritmato war movie di Frankenheimer, sul tentativo di un ufficiale tedesco di trafugare opere d'arte al termine dell'occupazione nazista in Francia. Si prosegue con uno dei capolavori di Brian De Palma, Femme Fatale (23.34, Rete4). Questo denso e sensuale thriller d'ambientazione francese raccoglie alcune tra le più virtuosistiche sequenze del regista americano, filtrate dalla consueta, fascinosa tela di rimandi hitchcockiani. Senza dubbio, una esperienza visiva intensa e appagante che mette in bella mostra gli assilli erotici del suo autore (come dimenticare l'incipit cannense o il tavolo da biliardo su cui Rebecca Romijin-Stamos seduce il fotografo Banderas?). Infine, ai cinefili insonni si segnala un'altra opera sottilmente perversa, fin dal titolo italiano: Torbide ossessioni (3.20, Rai Movie), storia di un portavalori che pianifica un colpo grosso, destinato a finire male. Dirige un giovane Steven Soderbergh che, rifacendo un classico noir di Siodmak ("Doppio gioco", 1949), dimostra già quella spiccata tendenza a geometrizzare gli spazi e sincopare il ritmo narrativo che sfodererà nei suoi lavori successivi. Nonostante qualche ingenuità in fase di scrittura, una grande prova di stile.

Martedì 16 luglio
Possiamo prendercela comoda: il meglio del martedì è tutto in seconda serata. Si inizia con Kill Bill vol.1 (23.05, Rai4), acrobatico e inarrestabile pastiche (meta)cinematografico in cui generi e stili si fondono, alla luce di una fluviale cinefilia. Storia di violenza e vendetta che si fa intelligente, (auto)ironico saggio del talento registico di Quentin Tarantino. Creativo e citazionista, mai scioccamente derivativo. Per chi invece preferisce il mélo, Carne tremula (0.09, Rete4) è la migliore soluzione possibile: un doppio intreccio erotico in una Madrid rossastra e infuocata. Sesso, humor nero, espliciti riferimenti a Buñuel, per uno dei risultati più complessi e articolati di Almodovar; un film forte, fisico, simmetrico, acido al punto giusto. A notte inoltrata, l'atmosfera è quella giusta per un altro splendido titolo depalmiano. Uno psicologo vittima di una gravi attacchi di bipolarismo è il protagonista di Doppia personalità (1.10, RaiMovie), psicothriller di straordinario impatto emotivo che trascina lo spettatore in un labirintico gioco identitario, attraverso incongruenze narrative, disarmonie formali e piani-sequenza mozzafiato. Una potente (e autoanalitica) rilettura di "Psycho" e "Frenzy" resa ancor più efficace dall'interpretazione di un disturbato John Lithgow. A seguire, Mo' Better Blues (2.40, RaiMovie) di Spike Lee: la storia del (fittizio) trombettista Bleek Gilliam viene raccontata dal regista di Atalanta con pathos ed estro visivo, ma senza particolare mordente. Restano comunque delle valide prestazioni attoriali (Denzel Washington e John Turturro su tutti) e una colonna sonora che è un vero e proprio tour de force negli anni d'oro del jazz, da Miles Davis a Charles Mingus, da John Coltrane a Terence Blanchard e Brandon Marsalis.

Mercoledì 17 luglio

Film-simbolo di un'intera generazione, Gioventù bruciata (21.00, Iris) di Nicholas Ray ha interpretato con sensibilità e acutezza lo spirito dei giovani "ribelli senza causa" e, dopo "La valle dell'Eden" di Kazan, ha lanciato definitivamente la meteora di James Dean che, con soli tre film da protagonista, diventerà un divo cinematografico, rivoluzionatore del costume giovanile della seconda metà del Novecento. Oppure, pur restando negli Stati Uniti, un netto cambio di tempi e scenari: dagli angry young men dei Fifties alla cameriera Maggie Fitzgerald, talentuosa boxer allenata dal ruvido e paterno gestore di una palestra, che resta sfortunatamente paralizzata a causa di un incidente sul ring. È il cupo, amarissimo Million Dollar Baby (21.05, Rai3), uno dei vertici nella carriera dell'Eastwood regista che, dopo lo splendido "Mystic River", prosegue con lucidità e incontrovertibile pessimismo un discorso sul dolore e sulla solitudine radicati nell'esperienza umana che non lascia scampo. Il discusso cineasta inglese Michael Winterbottom segue le vicende del produttore discografico Tony Wilson e degli artisti della sua etichetta, la Factory Records (quella dei New Order, dei Joy Division, degli Happy Mondays), in 24 Hour Party People (21.35, Laeffe). Un biopic atipico che analizza sul nascere il ricco scenario musicale manchesteriano degli anni Ottanta e il fenomeno rave. Poi ci aspetta una nottata d'orrore con Il serpente e l'arcobaleno (1.50, Rai Movie), spaventosa incursione nel voodoo di Wes Craven con chiare implicazioni politiche: un antropologo e una psicanalista vengono inviati ad Haiti per indagare su una misteriosa polvere capace di ridare vita ai morti, scontrandosi con la milizia del dittatore haitiano Papa Doc che usa la magia per sottomettere la popolazione.

Giovedì 18 luglio
Tre diversi classici in programmazione nella serata del giovedì. Fa sempre bene rivedere Profondo rosso (21.05, Iris) di Dario Argento, ineguagliabile miscela di giallo e soprannaturale, thriller e horror, anche solo per ricordare la passata grandezza di un regista che, oggi, si ostina a portare avanti un tremendo percorso autodistruttivo. Alternativa altrettanto cult, il primo Rocky (21.10, Italia 1) fece dell'allora semisconosciuto Sylvester Stallone (qui anche sceneggiatore) non solo una celebrità, ma un'icona dell'immaginario popolare degli anni a venire. Ne derivò una lunga sfilza di seguiti, mai all'altezza dell'azzeccato capostipite. Il capodopera di Elio Petri, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (22.30, La7), è l'indiscusso protagonista della seconda serata: non solo un monumentale esempio di cinema d'impegno civile, ma soprattutto una geniale sintesi di diversissimi timbri espressivi e di complessi riferimenti artistici e filosofici. Altrimenti, poco dopo, ci si può dilettare con il demenziale Benvenuti a Zombieland (23.00, Mtv), riuscito intreccio geek di comico e horror del regista Ruben Fleisher, quest'anno nelle nostre sale con il più "serio", ambizioso e per certi versi deludente "Gangster Squad".

Venerdì 19 luglio
Stando ai parallelismi cine-gastronomici di Hitchcock («A lot of movies are about life, mine are like a slice of cake»), indubbiamente questo è un goloso venerdì cinematografico. Già nel pomeriggio, possiamo gustare una delle migliori "fette di torta" del Maestro del brivido, Complotto di famiglia (16.10, Rete4). Lo sfortunato incontro di una coppia di squattrinati imbroglioni con dei pericolosi criminali è uno scattante gioiellino, un meccanismo perfettamente congegnato che chiude la carriera del sommo Alfred con un buffo occhiolino "testamentario". Più tardi, Il mucchio selvaggio (21.10, 7Gold) è il titolo imperdibile della prima serata: il possente, visionario western di Sam Peckimpah è una tappa obbligata per qualsiasi spettatore (non a caso, pietra miliare di OndaCinema). Tra improvvisi scatti di violenza e ralenty ipnotici, "un film sulla fine" che interpreta "la chiusura di un'epoca, di un modo di intendere la vita, l'onore, l'amicizia". Distillato dello struggente realismo dei fratelli Dardenne, Il figlio (22.55, RaiMovie) racconta del falegname Olivier che, collaborando con un istituto di recupero annesso al riformatorio, accoglie come apprendista il giovane Francis, senza sapere che cinque anni prima era stato responsabile della morte di suo figlio. I registi belgi pedinano il protagonista (Olivier Gourmet, migliore attore a Cannes 2002) con la consueta motilità e assoluta capacità introspettiva. Più lievi le atmosfere di La morte ti fa bella (23.15, Rete4), black comedy di Robert Zemeckis in cui due amiche/nemiche di Beverly Hills (Meryl Streep e Goldie Hawn) si contendono uomini (tra cui un baffuto chirurgo, Bruce Willis) e, non più giovanissime, si procurano un elisir di lunga vita. Il risultato è una spassosa e irriverente (ma non troppo) sagra di effettacci e trovate kitsch. Il sicario-samurai Alain Delon ci attende in piena notte con Frank Costello faccia d'angelo (1.40, Rete4), pietra d'angolo del polar e vetta della carriera di Jean-Pierre Melville. E, come se non bastasse, a pochi minuti di distacco comincia un esordio d'eccezione: La parola ai giurati (1.55, Rai2), finissimo thriller giudiziario di Sidney Lumet, dal ritmo serrato.

Sabato 20 luglio
Dopo la scorpacciata del venerdì, il sabato non offre lo stesso ampio ventaglio di capolavori, ma non lascia comunque a bocca asciutta. In primis, un'altra pietra miliare: 1997: Fuga da New York (19.05, Iris) in cui il prigioniero Jena Plissken (leggendario Kurt Russell) viene assoldato dal governo per recuperare il Presidente degli Stati Uniti, ostaggio di una banda di malfattori in una New York del futuro cupa e apocalittica, convertita a enorme prigione. Un "giocattolone avvincente" e funambolico che resta un tassello importante nella filmografia di un ineguagliabile artigiano del cinema come John Carpenter. Si prosegue con il martellante thriller, sfumato in horror Ore 10: Calma piatta (21.00, TopCrime): per lasciarsi alle spalle la tragica morte del figlioletto, un ufficiale di marina (Sam Neill) e sua moglie (Nicole Kidman) salpano sul Pacifico e soccorrono un naufrago, in realtà killer psicopatico. Poi, spazio alla sapida commedia Kitchen Stories. Racconti di cucina (23.15, La7d) che, col pretesto di una singolare indagine di alcuni studiosi svedesi sui movimenti effettuati dalle donne in cucina, si sposta in un paesino norvegese di soli single e ironizza sulla storica avversione tra i due popoli attigui, con uno spirito vicino al Kaurismaki dei "Leningrad Cowboys". Di segno del tutto opposto è il dolente affresco familiare di Rocco e i suoi fratelli (1.35, Rai1). Questo classico viscontiano sull'impossibile riscatto sociale di una famiglia di contadini lucani emigrati a Milano negli anni Cinquanta apre allo spettatore un amplissimo panorama di contrasti insanabili in cui si fondono le più disparate matrici letterarie (Mann, Dostoevskij, Verga...).

Domenica 21 luglio
La domenica è il caso di immergersi nelle azzurre acque mediterranee del suggestivo Respiro (21:00, Iris): attraverso le vicende e le bizzarre abitudini della moglie di un pescatore di Lampedusa, è il dialogo tra i personaggi e i canicolari panorami siculi a farla da padrone. Prima del Leone d'argento con "Nuovomondo", Emanuele Crialese, al suo secondo lungometraggio, ordisce un vivido mosaico di dati naturali e sensoriali, imponendosi come uno degli sguardi più personali del cinema italiano degli anni zero e vincendo il Gran Prix a Cannes nel 2002. Voyeurismo e snuff movies costituiscono invece il cuore nero di Vacancy (21:10, Mtv) in cui un novello Norman Bates - albergatore, regista e carnefice - pianifica terribili torture per gli sventurati clienti del suo motel, ripresi da telecamere nascoste in ogni anfratto delle fatiscenti camere da letto. Da un'idea assai interessante, un thriller-horror non eccelso, ma in grado di mantenere alti livelli di suspense per tutta la sua durata. Si torna alle nuove produzioni nostrane con il meritevole esordio alla regia di Alice Rohrwacher, Corpo celeste (22:50, Rai3), racconto di formazione intimista che narra con stile ellittico e calzante l'esperienza di una ragazzina tredicenne che, passati dieci anni in Svizzera, torna a Reggio Calabria e frequenta la varia umanità parrocchiale per prepararsi alla cresima. Dopo la mezzanotte, seguiamo con un anziano poliziotto (Harvey Keitel) i movimenti di una banda di spacciatori di colore per le strade dei quartieri popolari di Brooklyn. È l'universo sporco di Clockers (00:50, Rai Movie), un ottimo Spike Lee che affronta uno spaccato newyorkese devastato, senza schematismi o facile retorica.