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recensione di Livio Cavaleri
6.0/10

La rabbia sociale scorre silenziosa lungo gli argini del Po. La luce è spettrale, il grigio avvolge la palude come in un fondale della "Strada" di McCarthy. Già nella prima sequenza, Alessandro Borghi percorre il fiume con la barca, con circospezione; un elicottero sorvola la zona come in un territorio di guerra.

Due gruppi di personaggi vivono intorno, le guardie ambientali autoctone e i bracconieri venuti dall’est. Ciascun gruppo preserva quanto di più caro, rispettivamente: la natura e la famiglia. Il primo, guidato da Luigi Lo Cascio, è composto da volontari che perlustrano le rive, alla ricerca di rifiuti abbandonati o carcasse di animali cacciati fuori stagione (come se togliere una vita durante la stagione di caccia, poi, non fosse altrettanto criminale). La famiglia di Alessandro Borghi, invece, quasi un clan, migra in quest’area per pescare (per il suo personaggio, Elia, è in verità un ritorno). E pescano, i bracconieri, scaricando il voltaggio di una batteria in acqua: le vittime, i pesci, vengono a galla; la scena è inquietante ma il dramma è e resta ecologico, quindi antropocentrico; uno shock per la natura, cioè per l’uomo e per il suo sentimento verso la natura, non per gli animali. Questi e altre prede della caccia compongono la scenografia, sono solo comparse utili a spiegare il contesto, figure sullo sfondo del conflitto tra uomini.

Lo scontro tra i due gruppi avviene presto. I volontari difendono il territorio, i bracconieri devono campare, ma sembra tutto un sipario. È una questione territoriale, di confini, di casa mia e casa tua. Per gli uomini di Lo Cascio l’ambientalismo è un pretesto per liberare la rabbia; questi volontari, per difendere la natura, smarriscono la propria e, mentre le perlustrazioni diventano ronde, perdono la bussola. La violenza, col suo bisogno di venir fuori, è camuffata da amore per l’ambiente, diffidenza, infine necessità di un’autodifesa. "Si diffuse una specie di follia" è uno dei brani della colonna sonora di Teho Teardo. Rispetto ai precedenti lavori dell’ottimo compositore, risuona qualche nota di malinconia ("Il divo"), qualche vibrazione d’inquietudine ("La ragazza del lago"), ma la sua firma, in questa soundtrack, è meno riconoscibile, anzi sfugge a un primo ascolto.

Anche la storia di "Delta", scritta dal regista Vannucci con Massimo Gaudioso e Anita Otto, ha qualcosa di elusivo. È quasi una premessa che i due gruppi debbano lottare, un fatto scontato, e l’intera vicenda diventa un lungo antefatto al redde rationem tra Lo Cascio e Borghi. I nessi causali che conducono a questo evento risultano artefatti, a volte, come la passione di Anna (Emilia Scarpati Fanetti) per Elia e la sua vocazione a salvarlo dalla caccia all’uomo; oppure la scena del posto di blocco, quando per caso, tra le tante vetture, Lo Cascio, in cerca di vendetta, snida il bracconiere fuori dal furgone. Sembra un problema di scrittura, come se il montaggio fosse cavo, carente di alcuni passaggi necessari.

Infine, il confronto tra i due protagonisti. Le doti di Lo Cascio sono indubbie. Dal giovane solare e idealista della "Meglio gioventù" di Marco Tullio Giordana, attraverso il mesto protagonista del "Mangiatore di pietre" (ma anche il cinico professore-terrorista di "Smetto quando voglio" parti II e III), l’attore completa la mutazione e, da uomo pacato, nel modo in cui il dolore corrompeva il borghese piccolo Alberto Sordi, Lo Cascio diventa aguzzino. Alessandro Borghi, dall’altra parte, ripropone il teppista animalesco di "Non essere cattivo", "Suburra", "Mondocane"; con gli occhi sgranati, la mascella rigida e la guardia abbassata – in realtà, pronto a picchiare in qualsiasi istante. Sono buone le sue interpretazioni nei film "Le otto montagne" e "Sulla mia pelle" – in cui indossa il corpo, le ossa e gli ematomi di Stefano Cucchi – ma Borghi, altrove, è rimasto più volte intrappolato nella stessa maschera, nello stesso scopo. L’attore recita per Vannucci per la seconda volta, dopo "Il più grande sogno", il primo lungometraggio del regista, cofirmato con Otto. Per Vannucci, che ha diretto pure la serie "Mental", "Delta" è la seconda prova registica.


05/06/2023

Cast e credits

cast:
Emilia Scarpati Fanetti, Luigi Lo Cascio, Alessandro Borghi


regia:
Michele Vannucci


distribuzione:
Adler Entertainment


durata:
105'


produzione:
Morena Amato, Maurizio Milo, Giovanni Pompili, Matteo Rovere


sceneggiatura:
Michele Vannucci, Anita Otto, Massimo Gaudioso


fotografia:
Matteo Vieille


montaggio:
Francesco Di Stefano


costumi:
Valentina Rossi Mori


musiche:
Teho Teardo


Trama

Una famiglia di pescatori di frodo si trasferisce sulle rive del Po. Un gruppo di guardie ambientali scorge gli indizi della loro presenza e, nonostante la linea moderata del loro capo, Osso, una parte di loro decide di ricorrere alla violenza per difendere il territorio. Gli eventi precipitano e lo scontro tra Osso e il bracconiere Elia diventa una questione personale.