Ondacinema

recensione di Matteo Zucchi
6.0/10

Betting with Ghost


Non sono molti i film vietnamiti presentati in concorso al Far East Film Festival negli ultimi anni e infatti "Betting with Ghost", ritorno del paese sud-est asiatico alla kermesse udinese dopo alcuni anni di assenza (a eccezione di una fugace comparsata l’anno scorso in una retrospettiva), si distingue subito per come si inserisce con efficacia sia nelle coordinate tipiche del suo sottogenere (la horror comedy con elementi di dramma sociale) sia nell’attuale concorso, ricco di pellicole che riflettono sull’influenza fantasmatica del passato sul presente, in modi più o meno letterali. Laddove il road movie introspettivo cinese "My Friend An Delie" ha optato però per un gioco di rispecchiamenti fra un passato ormai irrecuperabile e un presente reso irriconoscibile proprio dalla presenza spettrale dei propri amici del tempo che fu e il giapponese "Teki Cometh" dissolve ogni limitazione di genere e temporalità per sottolineare l’impossibilità di discernere presente e passato, realtà e fantasia, il film di Nguyen Nhat Trung preferisce optare per rappresentazioni più letterali del succitato spettro, coerentemente con la sua natura di film di genere.

Il fantasma della puerpera Na, che inizia a perseguitare il protagonista Lanh dopo che lui è caduto sulla sua tomba mentre era impegnato a fuggire da alcuni creditori violenti, è infatti uno spettro tradizionale fin dalla veste chiara che la ricopre, ancora più all’interno delle tradizioni culturali del Sud-est asiatico: si manifesta solo a persona con cui stringe uno specifico legame, fa accordi con essa e ha un obiettivo ben preciso per risolvere le proprie faccende in sospeso e passare oltre, disponendo peraltro di capacità sovrannaturali di controllo sulla materia (qui invero piuttosto limitate, con prevedibili conseguenze sulla trama). Il rapporto ambivalente e in genere poco proficuo che Na e Lanh stringono può essere quasi considerato un rispecchiamento della commistione fra generi che caratterizza "Betting with Ghost", d’altronde evidenziata già dal titolo della pellicola. A differenza di altri esempi del filone visti nelle precedenti edizioni del FEFF, come "Senior" dello specialista del genere Wisit Sasanatieng, i poteri del fantasma di rado hanno qualche netta influenza sul mondo circostante e paiono mettere costantemente nei guai lo scalognato protagonista invece che aiutarlo.

E se lo stile enfatico del film, contraddistinto da rapidi movimenti di macchina e dall’uso sovrabbondante di una colonna sonora zeppa di brani elettronici e pop, può comunque avvicinare la pellicola vietnamita a più solidi esponenti del filone, come la succitata horror comedy thai, è il contesto in cui la narrazione si inserisce a rimarcare ulteriormente la differenza fra il film di Nguyen e molte delle opere assimilabili. Il contesto sociale di "Betting with Ghost" non è difatti mai solo uno sfondo che fornisce un background sommario ai protagonisti, o per motivare qualche imprevista svolta narrativa, ma è un elemento determinante per l’andamento del racconto e i ruoli dei personaggi principali in esso. Il modo maniacale con cui Lanh investe il suo tempo e le sue risorse nel gioco d’azzardo non è solo un pretesto per mostrare i poteri (scarsi) della fantasma Na all’opera, o per creare un contrasto con l’austero padre Dao, ma è motivato in modo molto chiaro dalle specifiche condizioni economiche e di salute del protagonista, la cui situazione precaria si fa quasi emblema dello stile di vita di molti degli "ultimi" della società vietnamita.

Sebbene "Betting with Ghost" non si lanci in alcuna riflessione sociologica di ampio respiro, probabilmente per non rinunciare del tutto alla leggerezza degli inserti sovrannaturali e di commedia che pur fanno capolino solo sporadicamente nell’ultima sezione della pellicola, i suoi sviluppi narrativi paiono comunque ancorarlo a una precisa rappresentazione della società del paese asiatico, diseguale e in balia di piccoli e grandi criminali, solo in parte riscattata dall’intervento finale delle autorità. Nel frattempo difatti la storia è proseguita fino al punto di non ritorno narrativo e, dopo un’agnizione (anche questa tipica del filone) piuttosto discutibile ma comunque fondamentale per far quadrare il rapporto spirituale fra Na e Lanh prima dell’epilogo, entrambi i protagonisti lasciano la scena, facendo permanere al centro della pellicola solo il severo Dao. Fulmineo e imprevedibile come l’epilogo di cui è protagonista, questi riconduce una volta per tutte il film nell’alveo del dramma sociale con un sottofondo ideologico giustizialista, bandendo, insieme ai fantasmi e alle risate della prima parte del film, anche i gangster che sono un’altra categoria spesso al centro del cinema del Vietnam.

Solo nell’epilogo difatti le autorità che sono state assenti per quasi tutto il film, nonostante le numerose disavventure dei protagonisti (e nonostante la natura autoritaria del regime vietnamita, o forse proprio per via di questa), si manifestano per ristabilire l’equilibrio spezzato proprio all’interno della bisca clandestina specializzata in combattimenti fra galli che aveva dato il via alla fabula del film, contribuendo a farlo annoverare in primo luogo come un dramma sociale realistico. Il fantastico della horror comedy se n’è andato col clamore della colonna sonora e il pathos della succitata agnizione, permettendo a "Betting with Ghost" di chiudere i conti con i due elementi eponimi e di confermare così la sua, insita, natura drammatica, per buona parte della pellicola obnubilata proprio dalla gestione, spesso sgraziata, dei vari sottogeneri che l’hanno animato dal suo incipit. Quasi come un esorcismo laico (a differenza di quello cattolico-sciamanico delle suore del sudcoreano "Dark Nuns"), l’epilogo libera il film di Nguyen dai suoi fantasmi di genere, con l’effetto collaterale di farlo dissolvere un attimo dopo, come uno spirito che finalmente ha risolto le proprie faccende in sospeso.


28/04/2025

Cast e credits

cast:
Tuan Tran, Diep Bao Ngoc, Hoai Linh, Le Giang


regia:
Nguyen Nhat Trung


titolo originale:
Làm Giàu Với Ma


durata:
112'


produzione:
Le Thuan, Nim Nguyen


sceneggiatura:
Vo Nguyen Dan


fotografia:
Y Zell Bya


scenografie:
Le Dinh Hoa


montaggio:
Duy Joseph


musiche:
Khuat Duy Minh


Trama
Il giovane Lanh, pesantemente indebitato per via del suo giocare spesso d'azzardo, cade sulla toma di una donna mentre è impegnato a fuggire dai creditori. Presto viene visitato dal fantasma della stessa, determinato a fare un patto con lui perché lo aiuti a cercare la figlia da cui la morte l'ha separata. Il giovane cercherà di approfittare dell'alleanza con lo spirito per imbrogliare al gioco d'azzardo e diventare ricco ma molte cose, e persone, fra cui il suo austero padre Dao, paiono mettersi fra lui e l'obiettivo.