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recensione di Alberto Mazzoni
7.5/10

Il brillante giovane informatico Caleb vince il privilegio di poter accedere al rifugio/laboratorio segreto di Nathan, il geniale fondatore della più grande compagnia informatica mondiale. Qui lui gli presenta la sua ultima creatura, l'intelligenza artificiale Ava e gli affida un compito non facile: cercare di conoscere bene, di capire Ava e decidere se è sufficientemente umana o deve essere rimpiazzata da un modello più avanzato.

E' da Oscar Isaac, forse l'attore-scoperta degli ultimi anni, che si deve partire. Peccato che abbia ceduto istantaneamente a franchise, pur prestigiosi, come "X Men" e "Star Wars". Due prove notevoli come questa "Ex Machina" e "Inside Llewyn Davis" (aspettando "A Most Violent Year") lo hanno istantaneamente fatto diventare uno dei nostri preferiti. Perché nella loro antinomia (il perfetto winner qui, il perfetto loser nel film dei Coen) sono personaggi ambigui, disturbanti, non facilmente riassumibili perché vivi. In "Ex Machina" Isaac è Nathan, un brillante riassunto umano delle caratteristiche del capitalismo informatico. Cultore della mente e del corpo, ovviamente miliardario e banalmente informale, estremamente intelligente e spesso alterato, non autoritario ma insopportabilmente paternalista: "Non possiamo superare subito la questione capo-impiegato?", chiede Nathan al povero Caleb, negando l'esistenza di un conflitto di classe che riemergerà inevitabilmente in modo violento. Cosa vuole e quanto sa di noi Nathan?

Poi naturalmente c'è lei. Graziata dall'adorabile volto della giovane Alicia Vikander (pure lei destinata ad "Assassin's Creed" e al prossimo "Bourne") l'intelligenza artificiale incorporata Ava è un altro personaggio alieno molto ben reso dallo sceneggiatore e regista Alex Garland.  E' chiaro che incarnare una intelligenza artificiale in una ragazza sexy ha una serie di vantaggi di sceneggiatura, ma in realtà il passaggio dalla telecamera di Hal al corpo di Ava riflette un avanzamento cruciale della robotica degli ultimi decenni: non si dà una intelligenza senza un corpo. L'idea della mente generata dall'apprendimento basato sui dati online non è male, ma questa è più raffinata. In fondo, quanto è veramente umana Ava, troppo poco o troppo?

E infine c'è Caleb (Domhnall Gleeson, anche lui in "Star Wars" etc.), cioè i precari cognitivi intrappolati tra una tecnica che comprendono meglio di altri ma non del tutto e un capitale che offre tanti giochi e opportunità illusorie, ma in fin dei conti li tiene in pugno. Cosa intendono fare? E riusciranno a farlo?

L'ambientazione è stupenda, una combinazione di tecnologia/design e contesto naturale che fa da sfondo perfetto alla vicenda (miei amici norvegesi sostengono che sia un hotel veramente esistente dalle loro parti), con un sonoro sinistro di passi felpati e ronzii che contribuisce molto all'atmosfera.
Gli effetti speciali sono tenuti al minimo e perfetti, la fotografia algida è funzionale e le svolte inaspettate non mancano. [Vedi nota spoiler]
Insomma, questo film dista dall'eccellenza solo il coraggio di affrontare un rischio visivo maggiore, ma essendo una prima regia è un difetto perdonabile.
Inspiegabilmente relegato all'uscita agostana, "Ex Machina" è simile alla sua protagonista: un meccanismo dal funzionamento raffinato e allo stesso tempo bello da vedere.

[Nota spoiler] La sorpresa del film è infine appoggiare implicitamente questa trama prettamente fantascientifica su una fiaba popolare come Barbablù (le chiavi, le mogli) [Fine spoiler].


30/07/2015

Cast e credits

cast:
Oscar Isaac, Alicia Vikander, Domnhall Gleeson


regia:
Alex Garland


distribuzione:
Universal Pictures


durata:
108'


produzione:
DNA Films


sceneggiatura:
Alex Garland


fotografia:
Rob Hardy


scenografie:
Mark Digby


montaggio:
Mark Day


Trama
Test di Turing nella foresta