Al netto di qualche calo fisiologico, la serie di Sony e Netflix nata dalle ceneri dell’amatissima saga anni 80 di “Karate Kid” è senza dubbio uno dei migliori prodotti per famiglie degli ultimi anni, grazie a una formidabile interpolazione di legacy e new generation
Galeotto fu “How Meet Your Mother”, viene da pensare. Nell’episodio dell’ottava stagione della brillante sit-com americana, intitolato ““The Bro-Mitzvah”, il celebre gruppo di amici organizza una sorpresa a Barney (Neil Patrick Harris), un mega regalo basato sulle sue passioni d’infanzia. La sorpresa contempla fargli incontrare il suo mito d’adolescente, l’unico, leggendario Karate Kid: Ralph Macchio (che della saga è l'integerrimo protagonista Daniel Larusso). Nello stupore di tutti, all'incontrare Macchio, Barney è deluso e stizzito: per lui l’unico, leggendario Karate Kid è William Zabka (l’antipatico antagonista, il bullo destinato a un futuro da perdente, Johnny Lawrence). La provvidenzialità della fiction volle che anche Zabka fosse nella scena, travestito mestamente da clown e pronto a rivelarsi, con tanto di kimono del temibile dojo Cobra Kai, per coronare il vero sogno di Barney.
Un contro-universo
Ecco, l’idea semplice e geniale intorno alla quale girano le sei stagioni di “Cobra Kai” è proprio questa. Costruire un nuovo universo narrativo, ribaltando la prospettiva originale. Quando reincontriamo Johnny e Danny (entrambi ripresi dagli interpreti originali, come tutti gli altri personaggi) a quasi quaranta anni dal primo “Karate Kid”, sono esattamente come ce li aspettiamo. Daniel ha messo su famiglia ed è un impresario del settore automobilistico di successo, un pilastro economico ed etico della Valley, mentre invece Johnny vive di piccoli espedienti, ha una situazione famigliare e finanziaria sgangherata e non sa come venire a capo dei suoi problemi. Quella sconfitta al All Valley Karate Tournament con tanto di calcione in faccia gli ha davvero rovinato la vita. Non ha però mai smesso di sognare di riprendersi tutto, attraverso l’unica passione che conosce: il karate.
Quando Johnny vede il giovane Miguel Diaz (Xolo Madriduena) vessato dai compagni di scuola, da bullo che fu deciderà di trasformarsi in mentore, va da sé, insegnandogli il karate. Gli insegnamenti impartiti a Miguel non sono però quelli basati sulla difesa e sulla calma zen di sensei Miyagi (Pat Morita), sono bensì fondati sul mitico motto del dojo rivale Cobra Kai: “Strike First, Strike Hard, No Mercy”. Lawrence riaprirà dunque il minaccioso dojo e ne farà un ricettacolo di outsiders, spilungoni, quattrocchi e immigrati di seconda generazione, intenzionato a offrire loro rivalsa e successo nella vita scolastica.
Nonostante le buone intenzioni di Johnny, gli insegnamenti impartiti sono quelli di un tempo e destano quindi le preoccupazioni di Larusso, anch’egli ancora segretamente innamorato e ossessionato delle arti marziali. Questi riaprirà dunque il Miyagi-Do, facendo risorgere l’antica rivalità che infiammò la Valley nella storica saga cinematografica. I timori di Danny non sono del tutto infondati, il mefistofelico sensei Kreese (Martin Kove) tenterà presto di impossessarsi del suo vecchio dojo e ripristinarne la vecchia, maligna indole. Il percorso di Johnny da antieroe a eroe, da vinto a vincitore, sarà dunque più complicato e catartico del previsto.
La serie, iniziata nel 2018 da un’idea degli showrunner Hayden Schlossberg e Jon Hurwitz, è terminata infatti in questo 2024 dopo ben sei stagioni. Al netto di qualche allungo, torneo e riciclo di troppo, come ad esempio tutta la parte di mezzo che fa sorgere dal ritorno di sensei Silver (Thomas Ian Griffith) una serie di situazioni identiche a quelle innescate dal ritorno di Kreese, “Cobra Kai” sfrutta l’intuizione geniale dei suoi creatori nel migliore dei modi possibili. Grazie a un plot estremante ben ritmato, fatto di preparazioni e tornei, nuove alleanze, continui cambi di fronte e obiettivi sempre più ambiziosi, nonché mediante la grande dose d’azione offerta dalle scene di combattimento, “Cobra Kai” non annoia (quasi) mai e tiene incollati allo schermo sia i genitori che i figli, assicurandosi la palma di migliore serie per famiglie (almeno) dell’ultimo lustro.
Dicevamo di qualche momento di stanca. Dato però un finale assolutamente perfetto, che completa un disegno geniale ed esaltante, gestito attraverso tre ultimi episodi ricchi di twist da applausi e lancio del telecomando, viene da sospettare che tali cadute siano da imputarsi alla decisione da parte di Netflix e Sony Pictures di allungare li brodo per spremere per bene quella che si è rivelata presto una gallina dalle uova d’oro. Lo sfavillante finale ordito da Schlossberg e Hurwitz, la proverbiale chiusura del cerchio e della storia di Johnny, era in tutta probabilità in canna da tempo. Soltanto, le sono cadute addosso un paio di stagioni, comunque godibili, di troppo – per chi vi scrive la terza e la quinta.
Legacy e Next Gen
“Cobra Kai” non è però soltanto un’idea incredibile. Senza l’organizzazione eccellente degli spunti offerti da questa, non avrebbe potuto essere la grande serie che celebriamo. Anzitutto, indubbiamente, al centro del progetto ci sono la volontà e la capacità di parlare tanto alle generazioni X e Y (i genitori, più o meno attempati che siano) e alla Z (i pargoli).
Le prime saranno appagate dalla girandola sterminata di easter eggs, cameo, citazioni e nessi con ciascuna delle pellicole della saga originale – della quale “Cobra Kai” è a tutti gli effetti sia un tardivo sequel che uno spin-off. La seconda invece troverà una nuova nutritissima schiera di personaggi, primari e secondari, in cui immedesimarsi, ben calati come sono in dinamiche e problematiche perfettamente incastonate in questi primi decenni del nuovo millennio.
Oltre a Johnny e Danny, anche i vari Chozen (Yuji Okumoto), Kreese e Silver troveranno una degna conclusione alla propria parabola (evitiamo qualsiasivoglia spoiler, ma alcune trovate sono realmente elettrizzanti), ma anche i nuovi personaggi, il succitato Miguel, il figlio di Johnny Robby (Tanner Buchanan), la figlia di Danny Sam (Mary Mouser), la “cattiva” Tori (Peyton List), il duo comico Hawk/Demetri (Jacob Bertrandt/Gianni DeCenzo), la superstar social Zara Malik (Rayna Vallandingham) e l’inscalfibile Axel (Patrick Luwis) offrono caratterizzazioni, certo archetipiche, ma ben riuscite e story line intriganti e sfaccettate. Sicuramente non possono competere con la portata iconica dei personaggi originali, veri e propri alter ego dei loro attori e ormai sedimentati nell'immaginario collettivo, ma si fanno amare e seguire con gusto. Anche dal punto di vista dell'intreccio, l’interpolazione tra eredità della saga originale e nuova generazione è perfetta e calcolata al millimetro in ciascuna intersezione. Insomma, non proprio un gioco da ragazzi.
Da un punto di vista formale, il punto di riferimento non può che essere “Stranger Things”, una serie senza i cui dettami e successo “Cobra Kai” non sarebbe potuta esistere. La retromania galoppante è infatti il cuore estetico dell’operazione: grana dell’immagine patinata, costumi che rimandano continuamente ai simboli degli anni 80, utilizzo concitato di una colonna sonora riconoscibile e fulminante che pesca negli adorati (da Johnny) hard rock e AOR (REO Speedwagon, Airbourne, Jon Bon Jovi, AC/DC, Motley Crue e, ovviamente, Guns’n Roses). Anche la maniera con la quale sono costruiti gli episodi, lo stile con cui il direttore della fotografia Eric Berg immortala le strade assolate della California e le auto che sfrecciano sulle boulevard è rubato a piene mani dal mondo seriale e blockbuster di quegli anni.
Oltre al film già annunciato “Karate Kid: Legends”, che promette di terminare la storia di Daniel Larusso, dopo la chiusura di “Cobra Kai” si è iniziato a rumoreggiare di un film ispirato alla serie e di una nuova serie, spin-off dello spin-off quindi, dedicata a Hawk e Demitri. Le aspettative non sono altissime, perché il miracolo non riesce sempre e la vacca pare bella che munta, ma si sa: “Cobra Kai Never Dies”.
Prima stagione: 8
Seconda stagione: 7.5
Terza stagione: 7
Quarta stagione: 8
Quinta stagione: 6.5
Sesta stagione: 8.5
titolo:
Cobra Kai
titolo originale:
Cobra Kai
canale originale:
Netflix
canale italiano:
Netflix
creatore:
Hayden Schlossberg, Jon Hurwitz
produttori esecutivi:
Ralph Macchio, Susan Ekins, Josh Heald, Jon Hurwitz
cast:
Ralph Macchio, William Zabka, Xolo Madriduena, Mary Mouser, Tanner Buchanan, Jacob Bertrandt
anni:
2018-2025