Ondacinema

recensione di Alessio Cossu
6.5/10

Dopo "Il pianeta mare" (2019), incentrato su Porto Marghera, e "Molecole" (2020), girato il primo lockdown, Andrea Segre chiude la trilogia sulla laguna veneta con un film di finzione. Per il regista, documentarista e sociologo, Venezia è ancora una volta molto più di una location adatta a girare film e documentari. Per l’autore si tratta di un luogo unico nel suo genere: un laboratorio in perenne trasformazione che fa dell’acqua la cifra espressiva dell’instabilità e dell’imprevedibilità della natura, l’emblema del difficile rapporto tra l’uomo e la storia, tra la cultura lagunare e quelle più propriamente mediterranee.

Questa osmosi tra uomo e natura è ben visibile fin dalle prime inquadrature del film. La macchina da presa indugia, fissa, rivolta dalla città verso il mare ad incastonare il paesaggio nell’alba silenziosa. È il punto di vista di una famiglia in parte dedita all’allevamento e alla pesca delle moeche, granchi endemici della zona. Quando però i protagonisti, Piero, Toni e gli altri pescatori si affaccendano, la macchina da presa è a spalla e tale rimane per lunghi tratti anche quando ci si sposta sulla terra ferma, ad esprimere cinesteticamente la sensazione che chi vive e soprattutto lavora in mare si porta dentro il rollio e il beccheggio anche quando si portano i piedi all’asciutto. È inoltre una scelta che potremmo definire espressionista: esplicita un’instabilità non solo fisica, ma anche esistenziale, poiché include gli alti e bassi (anche umorali) legati agli introiti delle vendite delle moeche. Non a caso, invece, la macchina da presa a bordo della lancia che equivale al taxi che connette la Giudecca al resto di Venezia è fissa, ad indicare un movimento soggetto sì al capriccio del moto ondoso, ma solidale con il natante: il turista conduce un’esistenza più serena e meno altalenante di chi deve letteralmente vivere di mare. "Welcome Venice" è tutto giocato su questi differenti punti di vista, sulle dicotomie terra/mare, stabile/instabile, tradizione/cambiamento. Anche la frase di Piero, che è contrario al progetto del fratello esprime questa contrapposizione: "I moechi tornano sempre, i turisti forse". Frequenti le soggettive di Piero che osserva silenzioso le navi da crociera e le portacontainer solcare la laguna.

Dopo la tragica morte sul lavoro di Toni, Alvise, fratello di Piero, vorrebbe convincere quest’ultimo a cedergli la parte della casa ereditata per farne un B&B che possa accogliere i turisti, soprattutto stranieri, i quali si dovrebbero riversare nella laguna con l’imminente fine del lockdown. Come detto, Piero è contrario al progetto e i due vengono alle mani, tanto che Alvise, ormai imprenditore e goffamente estraneo alla realtà equorea, rischia di affogare. Alvise è corpulento, gaio, loquace e intraprendente, mentre Piero è smilzo, solitario e taciturno, ma non meno ostinato del fratello. La contrapposizione tra i due non è tuttavia ideologica, non scandaglia il vissuto per inserirlo in una dimensione sociale più ampia, ha invece il sapore della necessità, ma non della tragicità. Tant’è vero che nel corso della diegesi Segre fa virare quello che sarebbe un dramma verso il più comodo terreno della beffa in ben due occasioni e, soprattutto, nella conclusione.

Gli altri personaggi non sono sufficientemente caratterizzati e appaiono più come delle comparse, eccezion fatta per Lucia (Sara Lazzaro) costretta a tentare una conciliazione tra padre e zio. Altre chiavi di lettura del film, come ad esempio il rapporto tra adulti e giovani generazioni (Piero e il nipote) rimangono ugualmente sullo sfondo, appena abbozzate. Segre trova anche il modo per fare del metacinema, quando lascia che Piero racconti le trame di alcuni film storici a lui particolarmente graditi, quali "Il gladiatore" e "Spartacus", accomunati dal fatto di avere come protagonisti personaggi eroici con i quali ama identificarsi. La sequenza finale del film ci regala un colpo ad effetto (che non riveliamo) anche per la scelta perfetta dell’inquadratura dall’alto, con la quale si chiarisce non tanto il trionfo di un fratello sull’altro, quanto il primato della natura sull’uomo in quanto tale.


31/10/2021

Cast e credits

cast:
Ottavia Piccolo, Andrea Pennacchi, Paolo Pierobon, Sara Lazzaro, Roberto Citran


regia:
Andrea Segre


titolo originale:
Welcome Venice


distribuzione:
Lucky Red


durata:
100'


produzione:
Jole Film, Rai Cinema


sceneggiatura:
Marco Pettenello, Andrea Segre


fotografia:
Matteo Calore


scenografie:
Leonardo Scarpa


montaggio:
Chiara Russo


costumi:
Marianna Peruzzo


Trama

Venezia, Canale della Giudecca. Due fratelli si contrappongono per l’utilizzo di un appartamento: Piero vuole continuare a viverci e dedicarsi alla pesca dei granchi, Alvise ambirebbe ad acquisirlo per farne un B&B di prim’ordine destinato al turismo di lusso. Quando Piero sembra finalmente aver ceduto ed essersi trasferito a Mestre, giunge la beffa.  

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