Ondacinema

recensione di Alberto Mazzoni
5.5/10

1949. Mickey Cohen si trasferisce da NY a LA per fondarvi un impero del crimine che rivaleggi con quello di Chicago. Ma un gruppo d'azione di sbirri senza scrupoli decide di combatterlo con gli stessi metodi.

"Gangster Squad" parte in modo interessante, con sequenze di forte impatto, sia per la violenza dei contenuti (morti crudeli e mutilazioni) sia per lo stile molto carico: ralenti estremo, freeze frame, lunghi piani sequenza. La sensazione è però che tutto questo sforzo di impressionare sia dovuto più che allo sviluppo di una chiave originale alla necessità che il regista ci tenga molto a chiarire che sta facendo sul serio: "Questo film non è una commedia surreale come "Benvenuti a Zombieland", questo è un film gangster d'autore come "Mean Streets", "Gli intoccabili", "Nemico pubblico" o magari come "Il padrino".

Siamo in realtà ben lontani da tali livelli. Il film presto ritorna sui tipici binari del mainstream hollywoodiano: quasi ogni personaggio ha il destino scritto in volto, c'è la centralità della famiglia, la catch phrase, la corretta quota di non bianchi tra gli attori, e ovviamente tutto si risolve con uno scontro fisico tra il buono e il cattivo. Non vale la pena soffermarsi troppo sul messaggio morale "puoi sospendere la tua etica se sei nel giusto", che da "Il cavaliere oscuro" a "Lincoln" sembra ormai il primo comandamento della politica hollywoodiana.

In "Gangster Squad", complice la palette cromatica, sembra tutto un po' troppo patinato, dai volti degli attori alle macchine d'epoca. Più precisamente, sembra tutto ritoccato al computer, anche gli oggetti reali. Non inseriamo tra i difetti la prevedibilità della trama o il fatto che i personaggi siano maschere di ruoli invece che esseri umani: "Gangster Squad" si inserisce consciamente in un genere del quale usa gli strumenti e i topoi, e questo ha un senso e funziona. Ma non si va mai veramente fino in fondo. Uno degli spunti interessanti è il parallelo guerra nelle strade/seconda guerra mondiale, visto che il film si ambienta nel 1949 e i poliziotti sono tutti reduci di guerra. Il problema è che questo tema non scava nel film, viene principalmente enunciato. Nella "Quadrilogia di LA" James Ellroy ha dato alla faccenda un ben altro spessore, ne ha fatto una lente per studiare la violenza nella società e nella vita. Neanche "Black Dahlia" e "LA confidential", che da quei romanzi sono tratti, ne catturano pienamente l'umanità, ma sicuramente vi si avvicinano di più.

Il principale elemento di richiamo del film è il cast. Guarderemmo un film con Ryan Gosling anche se passasse tutto il tempo a leggere il giornale, e il suo è un personaggio a cui ci si affeziona e di cui ci si ricorda. In compenso Sean Penn è più caricaturale che minaccioso (siamo dalle parti di "Dick Tracy"). Emma Stone riesce bene nel ruolo della ragazzina che recita la parte di femme fatale, e tra gli attori secondari segnaliamo volentieri Anthony Mackie che riesce a sfruttare al meglio le poche battute a disposizione. Inoltre le scene d'azione sono ben coreografate e abbastanza trascinanti, la ricostruzione storica è interessante (belli le locandine e le riviste d'epoca), e la colonna sonora pompa quando deve pompare. Ma la cura dei dettagli non è sufficiente per avere un film che convince. Se si cerca l'azione in sala meglio un film come "Looper", con parecchie sbavature ma con un senso complessivo e una potenza che lo animano.


22/02/2013

Cast e credits

cast:
Ryan Gosling, Josh Brolin, Sean Penn, Emma Stone, Anthony Mackie, Nick Nolte, Giovanni Ribisi


regia:
Ruben Fleischer


titolo originale:
Gangster Squad


distribuzione:
Warner Bros


durata:
113'


produzione:
Dan Linn


sceneggiatura:
Will BEall


fotografia:
Dion Beebe


scenografie:
Maher Ahmad


montaggio:
Alan Baumgarten


costumi:
Mary Zophres


musiche:
Carter Burwell


Trama

1949. Mickey Cohen si trasferisce da NY a LA per fondarvi un impero del crimine che rivaleggi con quello di Chicago. Ma una gruppo d’azione di sbirri senza scrupoli decide di combatterlo con gli stessi metodi.